martedì, aprile 25, 2006
Da Eugenio Marchiò "e noi?"
Hai paura
di tutto
del buio
della luce
della folla
della solitudine
del silenzio
del frastuono
e non c'è
chi ti plachi,
chi viva
con te,
nel presente.
Attendendo
il futuro,
che temi,
diventi violento
e chiudi
la porta
per sempre.
Cancelli
così
il rimorso
degli altri,
la colpa.
Chissà se mi senti, se mi guardi ancora da quella stella che brilla più di tutte le altre. A "loro" vorrei pensarci io come sei riuscito a farlo tu, è così difficile! Sono cadute le mura alte delle istituzioni ma sono rimaste quelle invisibili ma indistruttibili di una società che .. a noi non ci riesce a pensare. Perché? Cos'è che ci paralizza di fronte alle opere del cuore? Perché pensiamo solo a sopravvivere, non riusciamo a superare quel gradino che, penso, porterebbe "loro" e "noi" verso una conciliazione armonica con ciò che tutti, in fondo, siamo. E io non so neanche da che parte mettermi, cammino, corro, posso ridere ma ho paura di tutto.. del buio, della luce, della folla, della solitudine, del silenzio, del frastuono e non c'è chi mi plachi, chi viva con me, nel presente..
Crollano le mura alte delle istituzioni ma "loro" continuano a rimanere nascosti, chiusi nelle loro case o in vecchi istituti trasformati in cliniche asettiche, a volte ne intravedi qualcuno che tenta di sorridere tra le facce grigie di chi la vita la giudica ma non ha tempo di osservarla.. ma attento, non alzare la voce, non ti fare notare troppo che facciamo tutti brutta figura. le loro urla ci disturbano, entrano con troppa violenza in un cervello non predisposto ad accogliere il dolore e allora taci caro non disturbare il dottore.. magari potremmo dargli qualche medicina così sta più tranquillo poverino! E finalmente silenzioso, tenta di comunicare con espressioni che ancora ci danno fastidio, che ci fanno vergognare.. è meglio se ci nascondiamo per adesso.
Come siamo arroganti, noi così colpevoli continuiamo a camminare a testa alta portatori di un messaggio mortifero. Non ci interessa di scoprire la vita nei suoi curiosi dettagli, preferiamo dedicarci alle armi rimanendo ciechi di fronte a un sorriso, a un grido di rabbia, a un pianto.
Cerco disperatamente di sottrarmi a questa subdola predestinazione ma mi sento sola e ho paura di tutto.